La mostra era a Palazzo Ducale. La mostra è a Palazzo Ducale dal 18 dicembre al 16 gennaio. La seconda sezione del “Giannetto Fieschi” si è tenuta a Genova. Il Palazzo Ducale di Genova ospiterà dal 18 dicembre al 16 gennaio 2022 un’esperienza pittorica, seconda tappa del grande progetto espositivo. In mostra quattro grandi opere polimateriche, pesanti come pale d’altare, che vengono installate nel Palazzo dopo essere uscite da un processo di reazione che è frutto di una dolorosa sperimentazione, in cui i dubbi travolgono le certezze e si impongono fino a ‘raccontare’ verità nascoste sotto il guscio effimero. Fieschi incoraggia il mantenimento di quell’impegno morale che la storia ha tracciato lungo il suo sviluppo, tra le tante fasi del fare artistico, dai cicli di affreschi medievali alle decorazioni barocche. Fieschi si dedicò al disegno e all’incisione dopo il diploma al Liceo Scientifico di Genova nel 1935. Nel 1941 fu richiamato nell’esercito e prestò servizio per oltre quattro anni come sergente, ma nel 1945 abbandonò gli studi per dedicarsi interamente al lavoro artistico. La Mostra Nazionale d’Arte Sociale si è tenuta nel Palazzo Ducale di Genova. Giulio Carlo Argan è un sostenitore di Fieschi. Il governo francese gli diede una borsa di studio per rimanere a Parigi. Gli fu assegnata una borsa di studio dal governo spagnolo per rimanere in Spagna l’anno successivo. Creò gran parte del ciclo di dipinti a Barcellona e li espose a Parigi nel 1953. Il gigantesco dipinto dall’alto della forca di Antonio Lorenzo Lavoisier è stato esposto alla XXXII Biennale di Venezia del 1964, e proclama l’indistruttibilità della materia sottoposta alla censura del Patriarca di Venezia. Un’importante mostra personale a Roma nel maggio del 1965, accresce il dibattito intorno alla sua opera. Partecipa alla X Quadriennale Nazionale d’Arte a Roma ea Immagine per la città, a Palazzo Reale, a Genova, con i sei pannelli giganti del Leviatano. Ha ricoperto la cattedra di tecniche di incisione presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti fino al 1995. Rossana Bossaglia lo invita alla mostra Pop Art and Italy al Castello Visconteo di Pavia nel 1983, dopo la mostra antologica alla Galleria Comunale d’Arte Moderna. Tre anni dopo, un’importante antologica della sua opera è esposta a Genova, nel Museo di Villa Croce e nel Museo di Sant’Agostino, nonché nella XI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. La Via Crucis è stata riproposta da Crispolti nell’ambito della V Biennale di Arte Sacra. Il progetto nasce nel 1996 per una cospicua donazione di dipinti per il Museo Civico di Sanremo e nel 1999 per una nuova cospicua donazione per la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di San Gimignano.

 Seconda sezione del progetto “Giannetto Fieschi. Un’Esposizione Antologica”, dedicata all’illustre incisore e pittore

Con i suoi interrogativi sull’esistenza l’uomo è alla costante ricerca di un senso a questo viaggio, il cui punto di passaggio dove inizio e fine si incontrano, può far smarrire, ma anche destare speranza nell’aspirazione ad un ritorno che si nutre della continuità dell’universo. Sono la ricerca di senso, i dubbi che accompagnano l’individuo nel suo percorso tra illusioni e attese, dubbi e certezze nella sua ricerca di una dimenticata autenticità, a trovare una nuova espressione nella poetica impressa nell’arte di Giannetto Fisechi (Zogno in Val Brembana, 1921 – Genova, 2010)) tra i protagonisti dello scenario artistico del seconda metà del Novecento che ha ridefinito una nuova visione dell’immagine da rappresentare passando da un iniziale richiamo all’informale con apature allo spazialismo, alla forza evocativa della figurazione che ha anticipato tendenze all’arte Pop e non solo.

Il padre eminente chirurgo e la madre Gina Levi discendevano dalla storica famiglia genovese medievale dei Fieschi, Conti di Lavagna, che ha dato alla storia della Chiesa Santa Caterina Fieschi, due beati, due pontefici, numerosi cardinali, vescovi, ammiragli, ma anche patrioti, mecenati e benefattori. Dopo gli studi in medicina Fieschi si dedica completamente all’arte tanto che nel 1946 partecipa alla Mostra Nazionale di Arte sociale, in Palazzo Ducale a Genova. A notarlo non è solo Giulio Carlo Argan che lo sosterrà per oltre un decennio, ma anche Giorgio Morandi, Roberto Longhi e Francesco Arcangeli che riconoscono il suo originale linguaggio innovativo quando espone nel 1950 alla XXV Biennale di Venezia dove era stato anche nel 1948.

Grazie alle borse di studio a Parigi, Barcellona e poi a New York Giannetto Fieschi ha modo di approfondire non solo la propria ricerca sulla semantica e la grafica medievali, ma anche di sviluppare buona parte del ciclo di dipinti della “Via Crucis” che espone a Parigi nel 1953, e di seguire sempre nel 1953, corsi di incisione e serigrafia a New York. È nuovamente nel 1964 alla XXXII Biennale di Venezia dove espone il grande dipinto Dall’alto del patibolo Antonio Lorenzo Lavoisier dimostra e proclama l’indistruttibilità della materia, opera che subisce la censura del Patriarca di Venezia, oggi di proprietà dell’Archivio Fieschi.

La sua attività espositiva negli anni Sessanta e Settanta diventa sempre più intensa e del suo lavoro si interessano anche, Antonio Del Guercio, Enrico Crispolti, Gillo Dorfles, Renato Barilli, Mario De Micheli, Francesco Vincitorio, e poi Raffaele De Grada, Renato Guttuso e Giuliano Briganti.  I sei riquadri pittorici gigantografici del Leviatano vengono esposti a “Immagine per la città” presso Palazzo Reale, a Genova città dove insegna dal 1980 al 1995 Tecniche dell’incisione all’Accademia Ligustica di Belle Arti. Negli anni Ottanta ricordiamo l’esposizione Antologica alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Forte dei Marmi (Lu) anno 1981 a cura di Andrea Del Guercio e al Castello Visconteo di Pavia nel 1983 su invito di Rossana Bossaglia per la mostra “Il Pop Art e l’Italia”. E’ poi a Genova nel 1986 per la grande antologica del suo lavoro presso il Museo di Villa Croce e il Museo di Sant’Agostino, e a Roma per la XI Quadriennale Nazionale d’Arte. Nel 1992 partecipa alla quinta Biennale d’Arte Sacra. Beata Passio a San Gabriele (Teramo) con la “Via Crucis”.

Giannetto Fieschi, Corpus spirituale, 1951, smalti su masonite, cm. 361 x 193

A meno di un mese di distanza dall’apertura della mostra “Giannetto Fieschi. Dentro al Sacro” ospitata presso il Museo Diocesano di Genova dal 27 novembre 2021 al 26 febbraio 2022 che ha rappresentato la prima tappa del grande progetto espositivo “Giannetto Fieschi. Un’Esposizione Anto logica”, il prossimo 18 dicembre 2021 si apre al pubblico la seconda sezione di questo progetto a cura di Andrea B. Del Guercio, presso Palazzo Ducale, Ducale Spazio Aperto in Piazza G. Matteotti, 9 Genova.

Giannetto Fieschi, Minotauro, 1980, Smalti su masonite, cm. 171 x 240

Curata da Andrea B. Del Guercio, titolare della Cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera Milano, l’esposizione “Giannetto Fieschi. L’esperienza della pittura” è promossa dal Comune di Genova e dall’Archivio Giannetto Fieschi. Soffermandosi sulla pittura di grandi dimensione con cui si contraddistingue l’opera di Fieschi lungo tutta la sua storia espressiva, la mostra presenta quattro grandi opere polimateriche, pesanti come pale d’altare che si installano nel Palazzo dopo essere uscite da un processo di reazione frutto di un’alchimia, di una sperimentazione sofferta, in cui i dubbi sovrastano le certezze e si impongono fino a “raccontare” verità nascoste sotto la scorza effimera del buon gusto:

“Questo avalla la dimensione da parete affrescata – e qui – trovo la mia natura, quella che ho nel sangue: e storia e sesso, religione, mitologia continuano ad essere i temi del mio operare, che è messianico.” (G. Fieschi).
Giannetto Fieschi, Il Tedio o La Funzione è una favola, 1951, tempera e smalti su masonite, cm. 150 x 130

Il processo creativo di quest’opera sugella un nuovo approccio con cui entrare in rapporto con il messaggio della stessa, entro uno contesto scenico in cui viene suggerito uno scontro tra architettura e arte che restituisce come affermato da Giannetto Fieschi “illusoriamente, una parte affrescata. E parete affrescata perché ciò che è murale è morale.”

Dalla creazione alla fruizione dell’opera, il messaggio dell’artista, il suo pensiero entrando nell’opera assume vita propria per essere letto, interpretato liberamente dal fruitore secondo la sua propria sensibilità. È proprio a partire dalla forza evocativa e libera di questa pittura murale che l’artista fa richiamo al bisogno di quell’impegno morale indicato dalla storia lungo il suo sviluppo, tra le diverse tappe del fare artistico, basti pensare al ciclo degli affreschi medievali, alle decorazioni barocche, senza citare il passato, ma guardando a nuovi sviluppi linguistici che interpretino e che diano voce alla sensibilità contemporanea.

Accanto a “Corpus spirituale” e Il “Tedio o La Funzione è una favola”, entrambi del 1951, sono esposti La Strage degli Innocui” del 1954, “il Minotauro” del 1980. In questi lavori di grandi dimensioni la sostanza pittorica trova la sua forma più alta perché  come ha riportato Giannetto Fieschi

le veemenze reiterate di linee e le trasparenze, i grumi di materia, le oggettualità come contrappunto a altre forme o contrappasso d’altri sensi altrove nell’opera, o come atto di passione per un feticcio, i volumi di forme e quelli di spazio, e le deliquescenze stemperate e le fibre aride di tutti gli spigoli, i toni rosei e i picei, ordinati sulla superficie in alternanze di conflitti ottici, animano la tela delle opere mie di una vita che non si può attribuire al soggetto apparente. Questo fattore costituisce il significato pur essendo il significante.”.

Silvana LAZZARINO  Roma dicembre 2021

“Giannetto Fieschi. L’esperienza della pittura”

seconda Sezione Espositiva del Ciclo

 “Giannetto Fieschi. Un’Esposizione Antologica

a cura di Andrea B. Del Guercio

Palazzo Ducale Genova

Ducale Spazio Aperto Piazza G. Matteotti, 9. Orario: dal martedì alla domenica ore 15.00 – 19.00. Chiuso lunedì e 25 dicembre

Ingresso: gratuito

dal 18 dicembre 2021 al 16 gennaio 2022

per informazioni: tel. 010 8171600 Sito Palazzo Ducale: www.palazzoducale.genova.it

Dal 17 Dicembre 2021 al 16 Gennaio 2022

GENOVA

LUOGO: Palazzo Ducale

INDIRIZZO: Piazza G. Matteotti 9

ORARI: dal martedì alla domenica ore 15.00 – 19.00. Chiuso lunedì e 25 dicembre

CURATORI: Andrea B. Del Guercio

COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 010 8171600

SITO UFFICIALE: http://www.palazzoducale.genova.it/

 

La mostra “Giannetto Fieschi. L’esperienza della pittura” ospitata presso il Palazzo Ducale di Genova dal 18 dicembre 2021 al 16 gennaio 2022, costituisce la seconda tappa del grande progetto espositivo “Giannetto Fieschi. Un’Esposizione Antologica”. Nel centenario della nascita dell’illustre pittore ed incisore nato a Zogno nel 1921 e morto a Genova nel 2010, la mostra, promossa dal Comune di Genova e dall’Archivio Giannetto Fieschi, è a cura di Andrea B. Del Guercio e sarà inaugurata venerdì 17 dicembre alle ore 18.00. Quattro le grandi opere polimateriche esposte, pesanti come pale d'altare, che si installano nel Palazzo dopo essere uscite da un processo di reazione frutto di un'alchimia, di una sperimentazione sofferta, in cui i dubbi sovrastano le certezze e si impongono fino a ‘raccontare’ verità nascoste sotto la scorza effimera del buon gusto: “Questo avalla la dimensione da parete affrescata - e qui - trovo la mia natura, quella che ho nel sangue: e storia e sesso, religione, mitologia continuano ad essere i temi del mio operare, che è messianico.” (G. Fieschi).

La mostra
Le grandi dimensioni della pittura contrassegnano l’opera di Giannetto Fieschi lungo tutta la sua storia espressiva ed è a questo orientamento che la sezione espositiva dedica la sua composizione; come sottolinea il curatore Andrea B. Del Guercio, “si è scelto di intervenire sullo spazio di Palazzo Ducale con un numero limitato di opere in grado di esasperare attraverso il coinvolgimento percettivo la lettura ed una fruizione che si determina anche attraverso un impatto fisico.” L’installazione avviene infatti all'interno di una sede le cui dimensioni spaziali permettono e suggeriscono uno ‘scontro’ che potremmo definire rafforzato tra arte e architettura, secondo un principio che nella Biennale di Venezia del 1964 lo stesso Fieschi sostiene e cerca: “Unico perché grandissimo: si avvicina ai diciotto metri quadrati. E grandissimo perché diventa, illusoriamente, una parte affrescata. E parete affrescata perché ciò che è murale è morale.” L’estensione delle superfici induce a parlare di ‘esperienza della pittura’ in quanto nel processo sono coinvolte la creatività e la fruizione, la volontà di narrare per immagini e lo sforzo di leggere e comprendere in base alla propria sensibilità. Rimandando alla pittura murale Fieschi sollecita il mantenimento di quell’impegno morale che la storia ha tracciato lungo il suo sviluppo, tra le tante tappe del fare artistico, dai cicli di affreschi medievali alle decorazioni barocche; un processo che non induce alla citazione del passato ma che sollecita quei nuovi sviluppi linguistici che interpretano e che danno voce alla sensibilità contemporanea. Saranno esposte il Corpus spirituale e Il Tedio o La Funzione è una favola, entrambi del 1951, La Strage degli Innocui del 1954, il Minotauro del 1980. In questi lavori di grandi dimensioni la sostanza pittorica trova la sua forma più alta perchè “le veemenze reiterate di linee e le trasparenze, i grumi di materia, le oggettualità come contrappunto a altre forme o contrappasso d’altri sensi altrove nell’opera, o come atto di passione per un feticcio, i volumi di forme e quelli di spazio, e le deliquescenze stemperate e le fibre aride di tutti gli spigoli, i toni rosei e i picei, ordinati sulla superficie in alternanze di conflitti ottici, animano la tela delle opere mie di una vita che non si può attribuire al soggetto apparente. Questo fattore costituisce il significato pur essendo il significante.” (G. Fieschi).

Giannetto Fieschi nasce a Zogno, in Val Brembana, in provincia di Bergamo, il 10 giugno 1921. Il padre è un eminente e innovatore chirurgo; la madre è Gina Levi. Discendono dalla storica famiglia genovese medievale dei Fieschi, Conti di Lavagna, che ha dato alla storia della Chiesa Santa Caterina Fieschi, due beati, due pontefici, numerosi cardinali, vescovi, ammiragli, ma anche patrioti, mecenati e benefattori. Nel 1931 il padre si trasferisce a Genova portando con sé la famiglia. Nel 1935 Fieschi frequenta il Ginnasio a Genova e quindi il Liceo Classico ma dedicandosi già al disegno e all’incisione. Incontra Paul Klee nel 1937 durante una villeggiatura estiva ad Aflenz, in Stiria. Conseguita la maturità classica intraprende, sollecitato anche dal padre, gli studi di medicina nell’Università di Genova. Nel 1941 è richiamato sotto le armi e milita per oltre quattro anni come sergente; nel 1945, rientrato a Genova, seguita a frequentare la Facoltà di Medicina ma tralascia gli studi tra il 1951 e gli anni seguenti per dedicarsi interamente al lavoro artistico. Partecipa nel 1946 alla Mostra Nazionale di Arte sociale, in Palazzo Ducale a Genova. Giulio Carlo Argan, che rappresenta per Fieschi per oltre un decennio un sostegno, visita il suo studio. Nel 1948 espone per la prima volta nella XXIV Biennale di Venezia e nuovamente nel 1950 richiamando l’attenzione di Giorgio Morandi, Roberto Longhi e Francesco Arcangeli. Nel 1951 vince una borsa di studio del governo francese per soggiornare a Parigi. Alla Sorbona compie ricerche sulla semantica e la grafica medievali. L’anno dopo, sempre con l’appoggio di Giulio Carlo Argan, vince una borsa di studio del governo spagnolo per soggiornare in Spagna. A Barcellona sviluppa buona parte del ciclo di dipinti della Via Crucis che espone a Parigi nel 1953. In quello stesso anno una nuova borsa di studio lo porta a New York, dove segue corsi di incisione e serigrafia. Rientrato in Italia, insegna presso il Liceo Artistico a Genova. Nel 1958 si sposa, a Genova, con Rosina De Battista; ne nasceranno due figli, Limbania e Ibleto. Ritorna negli U.S.A. per dirigere il Department of Fine Arts dell’University of the South nel Tennessee fino al 1961 quando ritorna a Genova. Nella XXXII Biennale di Venezia del 1964, espone il grandissimo dipinto Dall’alto del patibolo Antonio Lorenzo Lavoisier dimostra e proclama l’indistruttibilità della materia che subisce la censura del Patriarca di Venezia, oggi di proprietà dell'Archivio Fieschi. Nel maggio del 1965 una importante personale a Roma, a La Nuova Pesa, accresce il dibattito critico intorno al suo lavoro. Negli anni Sessanta e Settanta la sua attività di mostre personali in Italia è molto intensa. Del suo lavoro si interessano tra gli altri Francesco Arcangeli, Antonio Del Guercio, Enrico Crispolti, Gillo Dorfles, Renato Barilli, Mario De Micheli, Francesco Vincitorio, Raffaele De Grada, Renato Guttuso, Giuliano Briganti. Nel 1972 prende parte alla X Quadriennale Nazionale d’Arte a Roma e a Immagine per la città, in Palazzo Reale, a Genova, con i sei riquadri pittorici gigantografici del Leviatano. Nel 1980 gli è assegnata la cattedra di Tecniche dell’incisione all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, che ricoprirà fino al 1995. Esposizione Antologica alla Galleria Comunale d'Arte Moderna di Forte dei Marmi (Lu) nel 1981 a cura di Andrea Del Guercio e nel 1983 Rossana Bossaglia lo invita alla mostra Il Pop Art e l’Italia al Castello Visconteo di Pavia. Tre anni dopo una grande antologica del suo lavoro è proposta a Genova, nel Museo di Villa Croce e nel Museo di Sant’Agostino, e prende parte alla XI Quadriennale Nazionale d’Arte, a Roma. Nel 1992 Enrico Crispolti ripropone la Via Crucis nell’ambito della Quinta Biennale d’Arte Sacra. Beata Passio, a San Gabriele (Teramo). Nel 1996 nasce il progetto di una consistente donazione di dipinti per il Museo Civico di San Remo e nel 1999 nuova grande donazione per la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di San Gimignano. Muore a Genova il 15 marzo 2010.

Prossime sedi espositive a Genova - a Villa Croce 10.2.2022 - alla GAM Nervi 12.2.2022

 

La nuova mostra “Giannetto Fieschi. L’esperienza della pittura” presso il Palazzo Ducale di Genova dal 18 dicembre 2021 al 16 gennaio 2022, costituisce la seconda tappa del grande progetto espositivo “Giannetto Fieschi. Un’esposizione Antologica”.

L’elemento caratterizzante di questa mostra è scoprire un autore attraverso quattro opere di grandi dimensioni“, – commenta il Professor Andrea Del Guercio, curatore della mostra – “La grande dimensione vuol dire una relazione molto più diretta fra il fruitore e l’immagine, una frequentazione: è come andare al teatro, al cinema“.

Le grandi dimensioni della pittura contrassegnano l’opera di Giannetto Fieschi lungo tutta la sua storia espressiva ed è a questo orientamento che la sezione espositiva dedica la sua composizione.
Si è scelto di intervenire sullo spazio di Palazzo Ducale con un numero limitato di opere in grado di esasperare attraverso il coinvolgimento percettivo la lettura ed una fruizione che si determina anche attraverso un impatto fisico” racconta Del Guercio.

L’installazione avviene infatti all’interno di una sede le cui dimensioni spaziali permettono e suggeriscono uno ‘scontro’ rafforzato tra arte e architettura, secondo un principio che nella Biennale di Venezia del 1964 lo stesso Fieschi sostiene e cerca. “Unico perché grandissimo: si avvicina ai diciotto metri quadrati. E grandissimo perché diventa, illusoriamente, una parte affrescata. E parete affrescata perché ciò che è murale è morale”.

L’estensione delle superfici induce a parlare di ‘esperienza della pittura’ in quanto nel processo sono coinvolte la creatività e la fruizione, la volontà di narrare per immagini e lo sforzo di leggere e comprendere in base alla propria sensibilità. Rimandando alla pittura murale Fieschi sollecita il mantenimento di quell’impegno morale che la storia ha tracciato lungo il suo sviluppo, tra le tante tappe del fare artistico, dai cicli di affreschi medievali alle decorazioni barocche; un processo che non induce alla citazione del passato ma che sollecita quei nuovi sviluppi linguistici che interpretano e che danno voce alla sensibilità contemporanea.

Nel centenario della nascita dell’illustre pittore ed incisore nato a Zogno nel 1921 e morto a Genova nel 2010, la mostra, promossa dal Comune di Genova e dall’Archivio Giannetto Fieschi è a cura di Andrea Del Guercio e verrà inaugurata alle 18 di questo pomeriggio venerdì 17 dicembre.
“Un autore contemporaneo che rappresenta, interpreta la dimensione globale di Genova come città, come porto di mare nella storia e nel presente: grandi navigazioni culturali, oltre che commerciali” – conclude Del Guercio – “Genova c’è con una dimensione allargata al mondo”.

In esposizione il Corpus spirituale e Il Tedio o La Funzione è una favola, entrambi del 1951, La Strage degli Innocui del 1954, il Minotauro del 1980: lavori di grandi dimensioni nei quali la sostanza pittorica trova la sua forma più alta.

Ai microfoni di Radio Babboleo il Professor Andrea Del Guercio, curatore della mostra “Giannetto Fieschi. L’esperienza della pittura”

GENOVA - "Giannetto Fieschi. L'esperienza della pittura" è ospitata presso il Palazzo Ducale dal 18 dicembre al 16 gennaio 2022, seconda tappa del grande progetto espositivo "Giannetto Fieschi. Un'Esposizione Antologica". A cura di Andrea B. Del Guercio, la mostra si compone di 4 grandi opere polimateriche, pesanti come pale d'altare: Corpus spirituale e Il Tedio o La Funzione è una favola, entrambe del 1951, La Strage degli Innocui del 1954 e il Minotauro del 1980.