Seconda sezione del progetto “Giannetto Fieschi. Un’Esposizione Antologica”, dedicata all’illustre incisore e pittore
Con i suoi interrogativi sull’esistenza l’uomo è alla costante ricerca di un senso a questo viaggio, il cui punto di passaggio dove inizio e fine si incontrano, può far smarrire, ma anche destare speranza nell’aspirazione ad un ritorno che si nutre della continuità dell’universo. Sono la ricerca di senso, i dubbi che accompagnano l’individuo nel suo percorso tra illusioni e attese, dubbi e certezze nella sua ricerca di una dimenticata autenticità, a trovare una nuova espressione nella poetica impressa nell’arte di Giannetto Fisechi (Zogno in Val Brembana, 1921 – Genova, 2010)) tra i protagonisti dello scenario artistico del seconda metà del Novecento che ha ridefinito una nuova visione dell’immagine da rappresentare passando da un iniziale richiamo all’informale con apature allo spazialismo, alla forza evocativa della figurazione che ha anticipato tendenze all’arte Pop e non solo.
Il padre eminente chirurgo e la madre Gina Levi discendevano dalla storica famiglia genovese medievale dei Fieschi, Conti di Lavagna, che ha dato alla storia della Chiesa Santa Caterina Fieschi, due beati, due pontefici, numerosi cardinali, vescovi, ammiragli, ma anche patrioti, mecenati e benefattori. Dopo gli studi in medicina Fieschi si dedica completamente all’arte tanto che nel 1946 partecipa alla Mostra Nazionale di Arte sociale, in Palazzo Ducale a Genova. A notarlo non è solo Giulio Carlo Argan che lo sosterrà per oltre un decennio, ma anche Giorgio Morandi, Roberto Longhi e Francesco Arcangeli che riconoscono il suo originale linguaggio innovativo quando espone nel 1950 alla XXV Biennale di Venezia dove era stato anche nel 1948.
Grazie alle borse di studio a Parigi, Barcellona e poi a New York Giannetto Fieschi ha modo di approfondire non solo la propria ricerca sulla semantica e la grafica medievali, ma anche di sviluppare buona parte del ciclo di dipinti della “Via Crucis” che espone a Parigi nel 1953, e di seguire sempre nel 1953, corsi di incisione e serigrafia a New York. È nuovamente nel 1964 alla XXXII Biennale di Venezia dove espone il grande dipinto Dall’alto del patibolo Antonio Lorenzo Lavoisier dimostra e proclama l’indistruttibilità della materia, opera che subisce la censura del Patriarca di Venezia, oggi di proprietà dell’Archivio Fieschi.
La sua attività espositiva negli anni Sessanta e Settanta diventa sempre più intensa e del suo lavoro si interessano anche, Antonio Del Guercio, Enrico Crispolti, Gillo Dorfles, Renato Barilli, Mario De Micheli, Francesco Vincitorio, e poi Raffaele De Grada, Renato Guttuso e Giuliano Briganti. I sei riquadri pittorici gigantografici del Leviatano vengono esposti a “Immagine per la città” presso Palazzo Reale, a Genova città dove insegna dal 1980 al 1995 Tecniche dell’incisione all’Accademia Ligustica di Belle Arti. Negli anni Ottanta ricordiamo l’esposizione Antologica alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Forte dei Marmi (Lu) anno 1981 a cura di Andrea Del Guercio e al Castello Visconteo di Pavia nel 1983 su invito di Rossana Bossaglia per la mostra “Il Pop Art e l’Italia”. E’ poi a Genova nel 1986 per la grande antologica del suo lavoro presso il Museo di Villa Croce e il Museo di Sant’Agostino, e a Roma per la XI Quadriennale Nazionale d’Arte. Nel 1992 partecipa alla quinta Biennale d’Arte Sacra. Beata Passio a San Gabriele (Teramo) con la “Via Crucis”.
A meno di un mese di distanza dall’apertura della mostra “Giannetto Fieschi. Dentro al Sacro” ospitata presso il Museo Diocesano di Genova dal 27 novembre 2021 al 26 febbraio 2022 che ha rappresentato la prima tappa del grande progetto espositivo “Giannetto Fieschi. Un’Esposizione Anto logica”, il prossimo 18 dicembre 2021 si apre al pubblico la seconda sezione di questo progetto a cura di Andrea B. Del Guercio, presso Palazzo Ducale, Ducale Spazio Aperto in Piazza G. Matteotti, 9 Genova.
Curata da Andrea B. Del Guercio, titolare della Cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera Milano, l’esposizione “Giannetto Fieschi. L’esperienza della pittura” è promossa dal Comune di Genova e dall’Archivio Giannetto Fieschi. Soffermandosi sulla pittura di grandi dimensione con cui si contraddistingue l’opera di Fieschi lungo tutta la sua storia espressiva, la mostra presenta quattro grandi opere polimateriche, pesanti come pale d’altare che si installano nel Palazzo dopo essere uscite da un processo di reazione frutto di un’alchimia, di una sperimentazione sofferta, in cui i dubbi sovrastano le certezze e si impongono fino a “raccontare” verità nascoste sotto la scorza effimera del buon gusto:
“Questo avalla la dimensione da parete affrescata – e qui – trovo la mia natura, quella che ho nel sangue: e storia e sesso, religione, mitologia continuano ad essere i temi del mio operare, che è messianico.” (G. Fieschi).
Il processo creativo di quest’opera sugella un nuovo approccio con cui entrare in rapporto con il messaggio della stessa, entro uno contesto scenico in cui viene suggerito uno scontro tra architettura e arte che restituisce come affermato da Giannetto Fieschi “illusoriamente, una parte affrescata. E parete affrescata perché ciò che è murale è morale.”
Dalla creazione alla fruizione dell’opera, il messaggio dell’artista, il suo pensiero entrando nell’opera assume vita propria per essere letto, interpretato liberamente dal fruitore secondo la sua propria sensibilità. È proprio a partire dalla forza evocativa e libera di questa pittura murale che l’artista fa richiamo al bisogno di quell’impegno morale indicato dalla storia lungo il suo sviluppo, tra le diverse tappe del fare artistico, basti pensare al ciclo degli affreschi medievali, alle decorazioni barocche, senza citare il passato, ma guardando a nuovi sviluppi linguistici che interpretino e che diano voce alla sensibilità contemporanea.
Accanto a “Corpus spirituale” e Il “Tedio o La Funzione è una favola”, entrambi del 1951, sono esposti “La Strage degli Innocui” del 1954, “il Minotauro” del 1980. In questi lavori di grandi dimensioni la sostanza pittorica trova la sua forma più alta perché come ha riportato Giannetto Fieschi
“le veemenze reiterate di linee e le trasparenze, i grumi di materia, le oggettualità come contrappunto a altre forme o contrappasso d’altri sensi altrove nell’opera, o come atto di passione per un feticcio, i volumi di forme e quelli di spazio, e le deliquescenze stemperate e le fibre aride di tutti gli spigoli, i toni rosei e i picei, ordinati sulla superficie in alternanze di conflitti ottici, animano la tela delle opere mie di una vita che non si può attribuire al soggetto apparente. Questo fattore costituisce il significato pur essendo il significante.”.
Silvana LAZZARINO Roma dicembre 2021
“Giannetto Fieschi. L’esperienza della pittura”
seconda Sezione Espositiva del Ciclo
“Giannetto Fieschi. Un’Esposizione Antologica”
a cura di Andrea B. Del Guercio
Palazzo Ducale Genova
Ducale Spazio Aperto Piazza G. Matteotti, 9. Orario: dal martedì alla domenica ore 15.00 – 19.00. Chiuso lunedì e 25 dicembre
Ingresso: gratuito
dal 18 dicembre 2021 al 16 gennaio 2022
per informazioni: tel. 010 8171600 Sito Palazzo Ducale: www.palazzoducale.genova.it